Un'estate senza Vampiri
[Dalla rivista "Io Donna" del 19 Luglio 2003, pag.21]

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UN'ESTATE SENZA VAMPIRI
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Per sette anni è stato un telefilm di grande successo. E Buffy, l’eroina che combatte i demoni, era diventata un simbolo. Ora il "cult" del piccolo schermo chiude per mancanza di idee. Mentre leader politici e culturali spiegano perché è una perdita gravissima
"La protagonista è un’eccellente modello morale a cui ispirarsi perché ogni giorno lotta contro il male"
Per l’America è la prima estate senza vampiri dal 1996. O meglio, la prima estate senza nuove puntate di uno dei telefilm di maggior successo, Buffy, l’ammazzavampiri (in Italia trasmesso su Italia Uno col titolo di Buffy). Per sette anni, il "Buffyverse", l’universo di Buffy, popolato da demoni e mostri, ha affascinato gli americani, facendo della protagonista, Sarah Micelle Gellar (l’ammazzavampiri è una adolescente), un monumento nazionale, una versione in carne e ossa della statua della Libertà. Ma quest’anno John Whedon, il suo creatore, ha esaurito la vena, e su Buffy e sulle sue miracolose gesta è calato il sipario. Adesso l’America la piange come il caro estinto, si sente orfana di uno dei suoi simboli.
Personalmente, il paio di volte che i miei figli mi hanno costretto a vedere Buffy, l’ammazzavampiri mi sono annoiato. L’ ho trovato un fritto misto, un po’ favola e un po’ film dell’orrore, un fumetto animato. Ma, evidentemente, mi sbagliavo perché a Buffy hanno tributato i massimi onori alcuni dei leader politici e culturali americani. Va ricordato che una dei suoi fan più accaniti è la first lady Laura Bush. A loro giudizio, Buffy, che porta sempre un crocefisso, è un eccellente modello morale a cui la gioventù degli Stati Uniti dovrebbe ispirarsi perché Buffy vive in una città situata "all’ingresso dell’Inferno", e ogni giorno lotta contro il male.
Qualche esempio. Jana Riess, il critico di Publishers Weekly, sta scrivendo un libro intitolato L’ammazzavampiri come guida spirituale: sostiene che il telefilm tratta dei temi religiosi più difficili <<ed è una testimonianza cristiana>>.
Debra Jackson, professoressa di filosofia dell’Università di Stato della California, si serve di Buffy per illustrare agli studenti la differenza che esiste tra la libera scelta e il determinismo, e per incitarli a ovviare ai mali sociali.
Anthony Cordesman, il direttore del Centro di studi strategici e internazionali, paragona i vampiri alle armi di sterminio, il più grave pericolo di oggi, <<ai quali dobbiamo opporci tutti>>. Solo la rivista umoristica Door ha fatto del sarcasmo: ha proclamato Buffy <<il teologo dell’anno>>.
Così ho finito per arrendermi completamente ai miei figli. Se il messaggio che l’America legge in Buffy, l’ammazzavampiri è quello della responsabilità personale e della solidarietà sociale, che il telefilm sia il benvenuto."

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